domenica 8 ottobre 2017

Alba in stazione

Mattina presto in stazione.
Sono uscita di casa ch'era ancora buio e ora il primo barlume violetto dell'alba, all'orizzonte, annuncia una giornata nitida e tersa come poche.
Mi avvolgo stretta nella giacca, l'aria del mattino autunnale è già fredda. Nonostante ciò, amo da sempre questi momenti che mi vedono in viaggio e me ne restituiscono tutto il fascino e la bellezza attraverso tante piccole sensazioni. 
Ritrovo infatti la possibilità di covare i pensieri in solitudine o pregustare la gioia di un incontro, ma anche di indugiare guardandomi intorno e osservando ciò che, nella fretta di sempre, talora mi sfugge.

Aspetto il mio treno mentre, pian piano, fa giorno. Da un lato, bassa sull'orizzonte, una striscia di luce dai colori sempre più accesi prelude al sorgere del sole. Dall'altro, in un angolo ancora un po' scuro, la luna "pallida e senza raggio" - avrebbe detto il Manzoni - campeggia tra i fili della linea ferroviaria che le si stagliano intorno quasi ad inquadrarla. E mi pare un miracolo di bellezza che si affaccia sul nostro quotidiano, allargando il respiro e aprendolo a prospettive più ampie.
Il treno è quasi vuoto: fuori dal finestrino il paesaggio si fa sempre più nitido e il profilo scuro delle Prealpi lontane corre via veloce mentre - qua e là, nella mia pianura - stagna ancora una nebbiolina bassa sui campi. 
Ma presto si dirada e il panorama mi restituisce a sprazzi il cielo limpido che va specchiandosi nei canali mentre, all'orizzonte, finalmente sorge il sole.
Osservo il panorama in silenzio e - come spesso mi accade - lascio che la sua suggestione mi raggiunga svegliandomi dentro un sorriso che, a poco a poco, sale fino allo sguardo: sarà uno splendido autunno!

Ed è a questo punto che, come una sorta di colonna sonora, mi si apre in cuore il brano che oggi desidero condividere con voi.
Si tratta del terzo movimento, "Adagio", della "Sinfonia n.2 in mi minore op.27" di Sergej Rachmaninov (1873 - 1943): un pezzo che prende subito, lasciandoci, qua e là, la sensazione di averlo già sentito, quasi affiorasse dall'inconscio più ancora che dai tortuosi sentieri della memoria.

L'intera composizione è stata scritta da Rachmaninov dopo un periodo di inattività e di crisi a seguito delle critiche e delle feroci stroncature riservate dal pubblico alla sua Prima Sinfonia. Una musica che simboleggia quindi una rinascita, un passaggio dal buio alla luce, una vita che torna a scorrere, aprendosi come il respiro di chi si ritrova, finalmente, di fronte a grandi spazi e a nuove, luminose prospettive.
È certo l'ispirazione tardoromantica di Rachmaninov ad esprimersi in questo "Adagio", ricco - soprattutto alla fine - di grandiose aperture orchestrali d'intensa suggestione e immediato impatto emotivo che, talora, possono ricordare il "Concerto per pianoforte n.2 op.18".
Ma ne avvertiamo il fascino anche attraverso il delicatissimo canto del clarinetto che si snoda in un'aria non priva di qualche tratto malinconico, e tuttavia lontana dalla straniante solitudine di altre melodie del compositore russo. Quella che troviamo qui è infatti una malinconia intrisa di pacata, profonda dolcezza, come uno sguardo sulle cose che ci consente di coglierne più compiutamente lo spessore e l'incanto.
Una musica capace di dar voce ai pensieri, ai sogni, ai sentimenti inespressi, a quel silenzio assorto con cui contemplo il paesaggio dal treno e che queste note vanno a colmare d'inusitata pienezza.

Buon ascolto!

(La clip-audio riporta solo la prima parte dell'"Adagio". 
Trovate l'esecuzione integrale nel seguente link:
https://www.youtube.com/watch?v=QNRxHyZDU-Q )                                                       

10 commenti:

frida ha detto...


Un Post che " sa" interamente di poesia: la tua bella narrazione di un mattutino accompagnata dal prezioso brano di Rachmaninov, e la foto che fissa uno di quei momenti irripetibili e rari che a volte accompagnano e danno alla nostra vita di ogni giorno il sapore dell'incanto...
Piccole perle da conservare.

eglissima egle ha detto...

Grazie per il mio meraviglioso Rachmaninov. Lo adoro. Amo anche il Rac 3. L'ho riascoltato volentieri. Lo conosco tutto.
Di treni ne ho presi tanti anch'io, per andare lontano. A diciannove anni, appena venuta a Milano per l'università, non capivo perché la canzone allora in voga "Et j'entend siffler le train" mi commuovesse tanto. In affetti, felice di aver messo la distanza tra me e una famiglia sbagliata, sentivo la mancanza del mio dolce papà.
Un abbraccio, cara Annamaria.
A presto?
egle

Annamaria ha detto...

Sì, Frida, la foto fissa proprio uno di quei momenti rari che danno sapore al nostro quotidiano e, nonostante l'abbia scattata col mio vecchio cellulare, anche ingrandita è passabile...
La perla poi è Rachmaninov!
Grazie di cuore!!!

Annamaria ha detto...

Meraviglioso davvero, cara Egle, questo Rachmaninov, e certo pure il famosissimo Rach 3 di cui ho pubblicato qui il primo tempo qualche estate fa. Anche allora ero in viaggio, un viaggio notturno tra le mie montagne, ascoltando quella musica colma di suggestione...
E sì, certi brani sentiti in determinate situazioni sono indimenticabili.
Grazie, un abbraccio e a presto, certamente!!!

Stefyp. ha detto...

Carissima Annamaria, ho assaporato ogni passaggio di questo brano (stupendo), ho visto, vissuto con te l'intensità del tuo racconto, riconoscendomi in ogni passaggio tra le sensazioni, i pensieri che solo attraverso l'intimità del nostro silenzio riusciamo a percepire e mai, per me, così intensamente come in questi giorni. Grazie anche da qua un caro pensieto.
Un abbracciooo da Cagliari
Stefania

Annamaria ha detto...

Grazie, cara Stefania, per questa sentita condivisione! In effetti, è stata una mattina...magica. Pensa che avevo già programmato un post di tenore ben diverso, ma poi la suggestione dell'alba, del paesaggio e della musica di Rachaminov mi hanno preso al punto che non ho potuto non condividere qui le mie sensazioni quasi di getto. E ci sono a volte momenti di silenzio preziosissimi che la musica ci consente di cogliere più intensamente.
Ti abbraccio e ti auguro un soggiorno a Cagliari ricco di serenità e di splendore!!!

Stefano ha detto...

Tutto meraviglioso come sempre!
Ciao cara Annamaria

Annamaria ha detto...

Grazie, carissimo Stefano!!!
Buona giornata!!!

Anonimo ha detto...

Quante voltemi sono avvicinata a mio figlio per sussurrargli di mantenere una dolce promessa:" Quando arriverò al passo della vecchiaia, promettimi che suonerai il mio amato Rach...
Solo una volta...mi basterà"
"Sarà una dolce promessa che vivremo assieme"

Ps: Grazie infinite per il tuo scritto, la tua straordinaria capacità di scegliere brani coinvolgenti.
Cosa ne pensi del film "Shine" di Scott Hicks? Quel concerto di Rachmaninov suonato dopo una lunga e tormenta storia?

Un caro saluto e un augurio di una felice settimana
Adriana Pitacco

Annamaria ha detto...

Grazie di cuore, cara Adriana, di questa tua condivisione dell'amore che ti lega alla musica di Rachmaninov, a cominciare dal celebre Rach 3.
E a questo proposito, ho visto il film "Shine" non so più quante volte e lo trovo sempre toccante anche se forse, nella parte finale, concluso un po' troppo sbrigativamente.
Ma del film e della vicenda del pianista David Helfgott ho parlato anni fa proprio in questo blog. Se ti può interessare, trovi il post in data 14 dicembre 2011, oppure cercando nelle etichette alla voce Vivaldi, dato che avevo pubblicato il mottetto "Nulla in mundo pax sincera" che ad un certo punto fa da colonna sonora nel fim.
Fammi sapere anche tu cosa ne pensi!
Un abbraccio grande e buona settimana a te!!!