mercoledì 20 dicembre 2017

"A passi tardi e lenti..."

Nel mio viaggio di musica in musica, anche oggi desidero soffermarmi su Vivaldi con un altro Adagio
Non è tratto - questa volta - da un concerto dedicato al Natale, ma è un pezzo a mio avviso ancora più affascinante per la luminosità dell'oboe solista e il suo dolce inanellarsi di note. 
Così, non ho resistito al desiderio di condividerlo subito qui con voi.

Si tratta del secondo movimento, "Adagio", dal "Concerto in Fa maggiore per oboe, archi e basso continuo RV 458".
A sedurmi è stato il suo incedere lento, scandito dagli accordi introduttivi con un andamento riposante che allarga il respiro e ci accompagna con un passo che ha il ritmo dell'anima.
Anche qui il tono è assorto e contemplativo come nel pezzo della scorsa settimana. Ma se quello era meno movimentato e - a parte pochi interventi del violino - la melodia coincideva esattamente con l'impianto armonico, in questo brano sono le variazioni dell'oboe a costruire il tema, disegnando un'aria essenziale ed espressiva d'incomparabile luminosità.

Ogni volta che ascolto Vivaldi, resto meravigliata dalla fantasia e varietà dei suoi adagi, peraltro numerosissimi, che vanno a scandagliare gli anfratti più segreti dell'anima traendone ora nostalgia e sgomento, ora dolcezza e luce con intensità sempre nuova.
E per contro, mi vengono in mente le parole attribuite a Stravinsky che, proprio parlando di lui, avrebbe detto:
"Vivaldi chi? Quello che scrisse ottocento volte lo stesso concerto?".
Su quell'ottocento le fonti sono discordi, ma la battuta - anzi battutaccia - se da un lato riconosce nel compositore veneziano la presenza di uno stile inconfondibile, dall'altro lo accusa di essersi irrimediabilmente ripetuto.
Naturalmente non è così. Infatti, per quanto la musica dei vari autori presenti caratteri distintivi ricorrenti e spesso ben riconoscibili, quella che talora sembra pura e semplice ripetizione, in realtà non lo è quasi mai. 
È invece l'impronta della loro anima, il canto che percorre le loro note come un fiume sotterraneo, o come l'alba di ogni nuovo giorno simile alla nostra quotidiana dimensione esistenziale. Il sole sorge sempre, ma non c'è mattino uguale al precedente per il cielo, la stagione, l'atmosfera e soprattutto per il clima interiore che viviamo e di cui esso si carica.

Qual è allora il clima predominante di questo brano? 
A me pare sia quello di un dialogo con se stessi in solitudine e in meditazione, di un cammino "a passi tardi e lenti" - avrebbe detto il Petrarca - nel quale seguire il respiro della propria interiorità. 
E proprio questo tornare a se stessi non può non riportarmi ad altri pezzi del periodo barocco: per esempio, alla celeberrima "Aria" di Bach dalla "Suite n.3 per orchestra BWV 1068", o all'altrettanto famoso "Adagio per oboe e archi" di Benedetto Marcello per quanto la sua tonalità - re minore - si carichi di intensa malinconia. 
Ma pur con lo stesso passo scandito da un senso di profonda quiete, il fa maggiore del brano di Vivaldi ci regala una melodia più luminosa e sognante, come percorressimo un sentiero nella neve, pervasi da una serenità senza tempo, mentre lo sguardo accarezza il paesaggio circostante marezzato dalla luce del mattino.

Buon ascolto!

12 commenti:

luigina salmaso ha detto...

ciao... bello il tuo commento e straordinariamente dolce la musica...ciao..sereno Natale da Luigina

Annamaria ha detto...

Che bello ritrovarti, cara Luigina!!!
Grazie di essere passata qui e buon Natale a te!!!

Luigi ha detto...

sei una vera miniera d'oro Annamaria!!!
Il tuo baule è sempre pieno di perle musicali!!!
Ti auguro un Natale pieno di gioia
A presto

eglissima egle ha detto...

Molto bello questo Adagio di Vivaldi. Davvero, come nel dipinto che appare qui, con la sua luce morbida accompagna i "passi tardi e lenti" del viandante che piano si addentra tra gli alberi color dell'autunno.
Sono d'accordo con te quando asserisci che ogni musicista ha un suo stile, una sua impronta e, quindi, non è affatto vero che componga sempre lo stesso concerto.
Grazie, Annamaria cara.
Ti auguro delle Buone Feste.
egle

Annamaria ha detto...

Grazie, Luigi, ma la vera miniera è la Musica che mi stimola non solo a condividere ciò che conosco, ma anche a cercare, scoprire, imparare autori e pezzi per me nuovi....e allora un baule solo non basta più!
Grazie di cuore e auguri di un gioioso Natale anche a te!!!

Annamaria ha detto...

Grazie, Egle, della tua sintonia! Trovo molto riposante il ritmo di questo Adagio che, riflette sì i caratteri tipicamente vivaldiani, ma al tempo stesso è diverso da tanti altri. Ogni composizione infatti, sia pure con lo stesso stile, ha una sua originalità che ne rende il clima unico e irrepetibile.
Ti abbraccio!!!

Stefyp. ha detto...

Hai ragione, decisamente diverso dal brano presentato la scorsa settimana, è lo stile , l'anima di Vivaldi, ma qualcosa in questo ti attrae in maniera forse più decisa. Benché il suo incedere sia lento trovo l'armonia però più scandita e le sue varie variazioni siano tentativi di spiccare dei piccoli voli verso la leggerezza e la dolcezza. Molto bello davvero.
Grazie cara Annamaria per questa chicca. Ti rinnovo tanti carissimi Auguri per un Natale sereno e in armonia, estesi naturalmente anche a tuo marito.
Un abbraccio
Stefania

Annamaria ha detto...

Grazie a te Stefania!
Certo: rispetto al precedente, questo brano ha un andamento più cantabile e un'armonia più variegata che hai colto benissimo nel tuo commento.
Ancora un abbraccio e tanti cari auguri di ogni bene a te e alla tua famiglia!!!

Costantino ha detto...

Bellissime, anche per i profani come me, le musiche di Vivaldi !
Buona serata, ed un grande augurio di Buone Feste !

Annamaria ha detto...

Grazie Costantino! Ma nessuno è profano, in fatto di musica, se è dotato di una sensibilità come la tua!
Auguri di Buone Feste a te con tutto il cuore!!!

amicusplato ha detto...

La musica di Vivaldi è sempre affascinante, e questo Adagio ne è un esempio :-)

A passi tardi e lenti, ma mai Solo e pensoso, come il mio concittadino Petrarca ;-) Due geni artistici, che pur nella diversità d'ispirazione hanno raggiunto i vertici del sublime.

Un grande abbraccio e tanti auguri di Buon Natale, carissima Annamaria :-)

Annamaria ha detto...

Grazie di essere passato qui, Antonio! Il ritmo disteso di questo Adagio mi ha riportato subito al famosissimo sonetto del Petrarca, segno di quanto la musica di un genio come Vivaldi sappia evocare emozioni e ricordi e ad essi si leghi meravigliosamente.
Auguri di un sereno Natale e un forte abbraccio!!!